I Nuovi luoghi dell’arte

Oggi pomeriggioa si è tenuta una mostra a cura della Centrale dell’Arte, un’associazione culturale no- profit appartenente al comitato “Fiera Inmensa”, impegnata nella diffusione dell’arte contemporanea. La mostra, chiamata “I luoghi dell’arte”, è dedicata alla riconversione degli spazi dismessi a fini socio-culturali, di cui la nascita della stessa Centrale dell’Arte ne è un esempio. Essa infatti ha sede nell’ex officina ferroviaria ed è simbolo di una riconversione non solo fisica ma concettuale: ciò che si riconverte è infatti il significato di sviluppo, visto non come l’aumento del consumismo spinto dalla sempre più frenetica attività delle multinazionali, ma come sviluppo e diffusione dell’arte, della cultura e dell’integrazione . Sulle problematiche dell’integrazione, infatti, è stata incentrata la presentazione del libro del giornalista Gabriele Dal Grande “Mamadou va a morire”, che racconta i viaggi clandestini dei migranti verso l’Europa e il loro soggiorno nei Centri di Permanenza Temporanea. L’attenzione è rivolta a quanti non ce la fanno e muoiono lungo le coste del Mediterraneo e nel deserto del Sahara di fronte all’indifferenza del mondo occidentale, a quanti sono vittime di violenze sessuali e fisiche in genere all’interno di quelle prigioni chiamate “Centri di accoglienza”. Alcuni racconti presenti nel libro di Dal Grande sono stati letti da tre ragazzi immigrati che da qualche tempo vivono a Cosenza, i quali ci hanno raccontato della sofferenza che sta dietro alle storie delle migliaia di persone che, come loro, hanno rischiato una vita fatta di guerre e di stenti per ricercarne una migliore.

Monica e Francesca

Una finestra sul mondo: il Tibet

“Mai più stragi, basta con le violenze, basta con l’odio”.
Risuonavano forti oggi le parole del Papa in Piazza San Pietro; erano riferite principalmente all’Iraq ma ci piace sperare, ed è sicuramente così, fossero rivolte a tutte le situazioni mondiali in cui l’essere umano si trova a vivere senza che i diritti fondamentali, assicurati in via teorica in tutto il globo, siano incarnati nella vita concreta.
Il Tibet affronta in questi giorni uno dei punti più bassi dei suoi rapporti politici con la Cina, che reprime violentemente da molto tempo la minoranza tibetana, che si oppone all’occupazione cinese che dura dal 1950, quando i maoisti entrarono a Lhasa, e ai tentativi del governo di imporre in quell’Himalaya arcaico e contadino la cultura imperante a Pechino e Shangai: una cultura esasperatamente “economica” e “moderna”.
Gli ultimi veri e propri scontri violenti risalgono al 1989, quando Hu Jintao non esitò a provare la repressione armata, proprio pochi mesi prima della strage di Piazza Tienanmen.
Dopo una fase senza violenza esplicita nei confronti della popolazione cinese, pochi giorni fa di nuovo i rapporti si incrinano: arrestati una cinquantina di monaci e repressa nel sangue una manifestazione pacifica di alcuni di essi contro l’occupazione cinese, provocando diverse vittime (per Radio Free Asia, emittente finanziata da Washington, i morti sarebbero solo due. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Nuova Cina molti poliziotti sarebbero rimasti gravemente feriti, e questo farebbe supporre l’uso della violenza da ambo i lati). Inoltre molte veicoli e mercati sono andati in fiamme e i soldati hanno circondato e chiuso tre monasteri.
Il Dalai Lama, in esilio in India, e il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon, si rivolgono a tibetani e cinesi per interrompere la spirale di violenza; quasi tutti i governi occidentali si distaccano dalla linea politica cinese seguita in Tibet, ma nessuno blocca i rapporti commerciali, tanto ambiti in questa fase storica, con il gigante cinese; nessun governante rischia di parlare di diritti umani con lo stato più popoloso del mondo, evitando scontri ideologici (l’ideologia imperante oggi è quella del mercato) con quella che potrebbe essere la nuova superpotenza mondiale nel giro di pochi decenni.
Si alzano voci isolate per un probabile boicottaggio delle Olimpiadi da parte degli atleti occidentali, tesi che purtroppo anche il Dalai Lama rifiuta.
A pochi mesi dall’evento mondiale che dovrebbe incarnare i valori di libertà, rispetto e pace, la situazione è delicatissima: l’educazione in Cina crea falsi concetti secondo i quali il Tibet è sempre appartenuto alla Cina, inoltre il Tibet rappresenta una minoranza esigua della popolazione cinese… una strada in salita insomma… ma i Tibetani, arroccati sulle fortezze naturali delle loro montagne, a contatto con le altezze impervie dell’Himalaya, sanno guardare certamente al futuro con speranza, come se esso fosse una scalata a cui non rinunciare.

E alla società civile che resta da fare?
Spingere i governanti verso una politica più etica e meno di mercato, acquistare consapevolezza sulla questione tibetana e, perchè no, boicottare le Olimpiadi in Tv… tanto saranno ad orari impossibili!!

www.peacereporter.it
www.repubblica.it
www.corrieredellasera.it

Oreste

Voci dalla fiera

Come ogni anno ritorna la tanto attesa fiera di San
Giuseppe, durante la quale la città di Cosenza accoglie numerose persone
provenienti da varie parti del Mondo. Girando per la fiera, abbiamo avuto modo
di fare conoscenza di alcuni degli ambulanti che si sono dimostrati decisamente
disponibili.

Billy vive da un po’ di anni a Roma dove si trova a suo
agio, proprio come nella città di Cosenza, che ha definito “meravigliosa”, nel
momento in cui gli è stato illustrato ciò che Fiera in Mensa offre: un posto
per dormire e in particolar modo internet, attraverso il quale può contattare i
suoi cari. Proviene dal Senegal come Alex, Ibra e i suoi fratelli. Ognuno di
loro ha parlato del proprio paese come un luogo tranquillo dove si vive bene e
vi sono persone disponibili e gentili; per non parlare dei paesaggi che sono a
dir poco incantevoli. Sono entusiasti delle proprie origini e sentono la
mancanza dei luoghi di appartenenza e delle loro famiglie.

Alcuni hanno avanzato proposte come quella di Altamia che,
essendo molto stanco a causa del lavoro, vorrebbe portata la cena in fiera.

Nonostante gli aspetti negativi che noi possiamo
riscontrare nella nostra città, sicuramente, oggi, questi nuovi amici ci hanno
dato la testimonianza che, dal punto di vista dell’accoglienza, della
disponibilità, grazie anche all’iniziativa di Fiera in Mensa in questi giorni,
Cosenza ha una marcia in più e, come ha esclamato Billy: “Cosenza è un vero
paradiso!!!”.

Francesca, Veronica e
Cristina


Njera alla ricerca di credito: il meccanismo del microcredito

Oggi pomeriggio in una saletta della sede di Stella Cometa
è stato proposto ai volontari della parrocchia di San Nicola, che stasera
serviranno alla mensa, un gioco di ruolo dal nome “Njeri, alla ricerca di un
credito”. Tale attività, proposta dai componenti della libera associazione di
idee, consiste nella rappresentazione di una situazione in cui la protagonista,
Njeri, impersonata da una volontaria dell’associazione, si rivolge a due banche
ed ad una Ong (Organizzazione Non Governativa), rappresentate dai volontari
divisi in tre gruppi, per ricevere un prestito.

Al termine del gioco è stato spiegato ai ragazzi di San
Nicola lo scopo dell’attività, volta a far conoscere e spiegare l’importanza
del microcredito, una forma di finanziamento per coloro che non hanno risorse
economiche e non possono assicurare grandi garanzie. Il microcredito permette
alle persone meno abbienti di poter aprire attività economiche, dalle quali si
possono trarre profitti per mantenerle e saldare il debito con il creditore.
L’attività proposta questo pomeriggio rientra nel programma culturale di ”Fiera
in Mensa”, che coinvolgerà anche gli altri partecipanti all’intera iniziativa.
In particolare quella di oggi è importante dal punto di vista educativo perché
funge da spiegazione dei meccanismi del commercio internazionale.

Concludiamo con le impressioni di una volontaria: “Questo
gioco è stato molto positivo, personalmente non conoscevo il microcredito e
penso che sia un’iniziativa interessante e positiva per aiutare i più poveri”.

www.altreconomia.it

Antonio

Una finestra sul mondo: il Senegal

Situata nell’Africa centrale, la repubblica del Senegal
confina a nord con la Mauritania, a sud con Guinea e
Guinea-Bissau, a est con il Mali e a ovest con l’Oceano Atlantico. Il Senegal
inoltre circonda quasi completamente il Gambia, che lo separa dalla regione del
Casamance.

È stato
parte dell’Impero del Ghana, successivamente del regno Djolof e diventa colonia
francese dalla fine dell’800, rimanendo in questo stato fino al 1960.
Nonostante la legalizzazione nel 1974 dei partiti di opposizione, il primo
presidente Senghor rimane al governo per un ventennio e gli succede nel 1980
Diouf. Durante il suo governo il Senegal affronta cambiamenti politici (unione
con il Gambia, guerra in Mauritania e in Casamance), difficoltà economiche
(svalutazione del franco) e scontri sociali (proteste che portarono all’arresto
del leader d’opposizione Wade). Wade vince comunque le elezioni nel 2000:
approva una costituzione che riduce il mandato presidenziale
a 5 anni e firma la pace tra governo e ribelli del Casamance. Nonostante queste
segni di apertura democratica, Wade continua in politica interna una linea autoritaria, arrestando leader d’opposizione. Il Senegal tuttavia è considerato tra i paesi più democratici d’Africa, la stampa è libera e la coscienza sociale è matura circa le libertà di stampa e di opinione.

L’economia senegalese ha una crescita media
annua del 6% ed è legata soprattutto alle esportazioni di arachidi. La crescita
economica non ha però prodotto miglioramenti nel tenore di vita della
popolazione: infatti più della metà di questa vive ancora sotto la soglia della
povertà, il livello di alfabetizzazione rimane basso e il tasso di epidemie,
soprattutto colera, elevato. Il Senegal è tra i 20 peggiori paesi secondo
l’indice di sviluppo umano.

La capitale è Dakar, la popolazione di 10
milioni circa e la lingua ufficiale il francese. Le religioni praticate sono
quella musulmana, cattolica e animista.

Scheda tratta da: www.peacereporter.net

Oreste

Storia di Fiera InMensa

Anche quest’anno, come quasi una consuetudine riparte
l’iniziativa “Fiera InMensa” che già da due anni ha sede presso i
locali di “Stella Cometa” in via Popilia. Secondo le parole di
Alessandra Luberto (una volontaria) l’idea di Fiera InMensa nasce nel 2001,
perché dalla fine degli anni ’90, la fiera di S. Giuseppe accoglie in modo
sempre più significativo persone di diverse culture. Nel 2002 si decide di
concretizzare l’iniziativa strutturandola in cinque giorni di accoglienza,
grazie all’impegno di associazioni sia cattoliche che laiche. Continuando
l’intervista, Alessandra tiene a sottolineare che “Fiera InMensa nasce come
esperienza di dialogo con realtà diverse”; dunque un’esperienza non fine a
se stessa ma volta ad una crescita personale. Importante è puntualizzare
l’aiuto che l’Università della Calabria dona a Fiera InMensa grazie alla
distribuzione di pane ed altri alimenti utili; da non sottovalutare è, infine,
il ruolo svolto dai molti volontari che ogni sera per tutta la durata
dell’iniziativa si occupano della gestione della mensa e degli altri incarichi:
dall’accoglienza al servizio ai tavoli. Un altro volontario Eugenio Vite,
approfittando dei pochi secondi di silenzio, prende la parola raccontando le
emozioni provate nei primi periodi di Fiera InMensa: “Del primo anno mi è
rimasto dentro quello spirito di festa, che porto con me sempre”. Ed è
proprio grazie a questo spirito che Fiera InMensa è divenuta un’iniziativa
attesa da molti eliminando le mille barriere dei pregiudizi.


Monica

Aspettando Fiera InMensa 2008“Globalizzazione e dinamiche migratorie”

Anche quest’anno dal 15 al 19 marzo sisvolgerà Fiera InMensa, l’iniziativa di accoglienza per gli ambulanti migranti che si recheranno a Cosenza in occasione della Fiera di San Giuseppe, tramite l’allestimento di una mensa serale presso l’Ex Deposito delle Ferrovie della Calabria in Via Popilia 39 (locali di Stella Cometa). In
preparazione a questa iniziativa il 7 marzo alle ore 17.30 presso la chiesa di San Gaetano a Cosenza si terrà l’incontro-dibattito “Globalizzazione e dinamiche migratorie” con interventi di Annamaria Vitale della ONG GAO e Gianni Novello dell’associazione Pax Christi . L’incontro è rivolto a tutti i cittadini e ai volontari che parteciperanno a Fiera InMensa. Prima dell’incontro alle ore 17.00 sempre nella chiesa di San Gaetano si svolgerà la Conferenza Stampa che presenterà Fiera InMensa 2008, che si arricchisce
di un ricco programma fatto di eventi culturali, di animazione, di musica con il coinvolgimento di fratelli migranti, di cittadini di Cosenza, a cura delle associazioni del Comitato organizzatore.

Il Comitato organizzatore di
Fiera Inmensa
Locandina 7 marzo