Anche quest’anno a rendere l’iniziativa più interessante, è il servizio offerto dai tanti volontari che in un modo o nell’altro cercano ogni anno di svolgere il loro compito con regolare impegno e passione, contribuendo alla buona riuscita di Fiera InMensa. Intervistando alcuni volontari si è riuscito a capire il valore del volontariato attraverso tanti punti di vista.
Fedele e Beatrice ci hanno raccontato la loro esperienza; appartengono all’associazione Agesci ed entrambi hanno affermato che “il servizio” li rende scout, poiché il loro motto è “estote parati” (sempre pronti).
Come sappiamo Fiera InMensa, già da due anni, viene svolto presso Stella Cometa, grazie anche al contributo di don Antonio, presidente di questo centro missionario e di accoglienza che mette a disposizione la struttura. Anche don Antonio come gli altri volontari è soddisfatto della sua scelta e soprattutto dell’organizzazione che quest’anno si è dimostrata più “efficiente”. Molti di loro parlano della solidarietà, dell’amore verso gli altri, della fratellanza che ci accomuna, ma in particolar modo, la giovane “scouta” dice che per lei Fiera InMensa diventa una crescita personale grazie al contatto con persone bisognose.
Impegnati in cucina sono Igor e Michele. Igor è in Italia dal 2001 e ha ricevuto una calorosa accoglienza in particolare dall’Arca di Noè; oggi sente il bisogno di aiutare il prossimo per offrire agli altri ciò che ha ricevuto appena venuto in Italia. Proprio per questo partecipa ogni anno a Fiera InMensa e, quando gli abbiamo chiesto che cosa riceve in cambio dal suo servizio, ha risposto con molta semplicità: “Tanti sorrisi!”.
Michele fa parte della Kasbah, un’associazione che si occupa da oltre 10 anni di ospitare profughi richiedenti asilo; ci parla della sua lunga esperienza che ha inizio nei primi anni della fondazione di Fiera InMensa.
Tra le tante associazioni che operano per l’organizzazione dell’iniziativa, è presente anche l’Azione Cattolica, di cui fa parte Giuseppe, educatore del gruppo Giovanissimi della parrocchia di S. Maria Madre della Chiesa. Aderisce all’iniziativa dal 2002; infatti, ci racconta, che incuriosito dalle parole di alcuni amici, decide di partecipare alla prima edizione che ha subito definito: “L’iniziativa di accoglienza più bella della città, senza esagerare…” continua col dire “…era la prova che tutte le persone fossero uguali e che potessero fare tante cose insieme senza difficoltà in modo da condividerle; quello che ricevo in cambio dal mio servizio è tantissimo: un arricchimento sia per quanto riguarda la conoscenza di altre culture sia per una crescita personale”.
Cristina e Francesca